Bosco di Cusago - Sito IT2050008

L’area, pur essendo interamente di proprietà privata, è soggetta a vincoli e tutele poichè è inserita all’interno del Parco Agricolo Sud Milano.
Si tratta di una piccola porzione di territorio poco più ampia di 13 ettari inserita all’interno di una matrice prettamente agricola, nella parte ovest di Milano.
L’ecosistema naturale è molto omogeneo ed è costituito da un bosco di latifoglie miste che nel periodo bellico fu utilizzato per ricavare legna e che ha progressivamente subito una contrazione dovuta all’espansione dei coltivi. Ora si presenta come un bosco ceduo invecchiato e non più sfruttato dall’uomo, con una copertura dello strato arboreo pressochè massima, diversi alberi schiantati e pochissime ridotte radure.
L’intorno è caratterizzato dai due piccoli centri abitati di Cisliano e Cusago, da campi coltivati, cascine, fontanili e rogge. Poco più a nord del sito è localizzato un altro SIC: il Fontanile Nuovo, entrambi idealmente collegati da una serie di corridoi ecologici parzialmente distrutti o destrutturati, costituiti da percorsi carrozzabili bordati da filari (talvolta interrotti) e da canali irrigui che, sebbene non abbiano una continuità diretta tra i due siti, sono connessi da una rete di altre rogge e fontanili.
Il Bosco di Cusago è delimitato da fontanili (Fontanile Nuovo Gabuzzi a nord), canali irrigui (Roggia Soncino a sud) e strade non asfaltate. Poco distante si hanno altri fontanili storici, tra cui il Fontanile Gadola (a est) e il Fontanile Garata (a ovest).
Il sito è caratterizzato da un clima temperato. Il mese più freddo risulta essere gennaio, mentre quello più caldo luglio, con precipitazioni massime in autunno e in primavera (rispettivamente in novembre e in maggio) e minime in inverno ed estate (in febbraio e in agosto).
Il substrato geologico è caratterizzato da ghiaie e sabbie pleistoceniche (Diluvium recente), con ciottoli scarsamente cementati tra loro. Il sito è posto infatti lungo la fascia dei fontanili, zona che segna il passaggio da un substrato più grossolano, con grossi detriti poco coesi tra loro, ad uno costituito da materiale sottile, come le argille.
Per quanto riguarda l’inquadramento ambientale ed i rilievi vegetazionali, oltre ai sopralluoghi di campo, ci si è avvalsi degli studi floristici effettuati per il Parco Regionale Agricolo Sud Milano e degli articoli inerenti l’aspetto fitosociologico di F. Zavagno e S. Gaiara (1997), F. Corbetta e A.L. Zanotti Censoni (1981), F. Sartori (1980).

 

VEGETAZIONE, FLORA ED ECOSISTEMI

Il sito è caratterizzato da un bosco misto di latifoglie (il querco-carpineto) abbastanza ben conservato malgrado le modeste dimensioni dell’area e la presenza di campi e centri abitati nell’intorno.
L’unico habitat presente, che caratterizza tutto il sito, è l ’HABITAT 9160: Foreste di farnia e carpino dello Stellario-Carpinetum.
Si tratta di un ottimo esempio di querco-carpineto planiziale, quello che doveva caratterizzare buona parte della Pianura Padana quando l’intervento dell’uomo non era ancora così imponente.
La cenosi si presenta ben strutturata: lo strato arboreo è costituito da farnie (Quercus robur), roveri (Q. petraea) e carpini bianchi (Carpinus betulus) in alcuni casi anche di dimensioni ragguardevoli, oltre che da sporadici esemplari di ciliegio selvatico (Prunus avium) e castagno. Le altezze medie si aggirano attorno ai 20 metri.
Lo strato arbustivo è ricco e costituito da sambuchi (Sambucus nigra), noccioli (Corylus avellana), biancospini (Crataegus monogyna e C. oxyacantha), ciliegi selvatici, prugnoli (Prunus spinosa) e rarissimi esemplari di olmi (Ulmus minor). Ad essi si accompagnano, nello strato basso arbustivo e in quello lianoso, i rovi e l’edera.
Lo strato erbaceo rappresenta in modo esauriente la biodiversità potenziale che si dovrebbe ritrovare in simili boschi: si hanno infatti ampie distese di geofite che tappezzano il suolo, come l’anemone dei boschi (Anemone nemorosa), il geranio nodoso (Geranium nodosum), la scilla (Scilla bifolia), il sigillo di Salomone (Polygonatum multiflorum), il dente di cane (Erythronium dens-canis), il campanellino di primavera (Leucojum vernum), il mughetto (Convallaria majalis), l’aglio orsino (Allium ursinum), la dentaria minore (Cardamine bulbifera), la gramigna di Parnasso (Maianthemum bifolium) e il doronico (Doronicum pardalianches). Ad essi si accompagnano la campanula selvatica (Campanula trachelium), la canapetta (Galeopsis pubescens) e alcuni carici, tra cui la carice pelosa (Carex pilosa). Si tratta di specie mesofile, sciafile, molte delle quali acidofile (come la canapetta, il mughetto e la gramigna di Parnasso) tipiche dei boschi di latifoglie ben conservati.
Tutte le specie citate sono estremamente importanti dal punto di vista fitosociologico perché consentono un inquadramento preciso all’interno dell’alleanza Carpinion betuli Issl 31. Per questo motivo e per la biodiversità riscontrata è stato assegnato un punteggio di buona qualità complessiva e di rappresentatività discreta sul Formulario Standard Natura 2000 (codice B).
Nell’habitat è stato inserito il bosco nel suo complesso, poiché risulta abbastanza omogeneo nella composizione: sussistono alcune specie esotiche che comunque si diffondono in maniera limitata in una cenosi matura come sembra essere il Bosco di Cusago. Tra essi si hanno il Ciliegio tardivo (Prunus serotina) e il Lauroceraso (Prunus laurocerasus) limitati ad esemplari arbustivi, mentre la Robinia è presente, seppure in modo sporadico, nello strato arboreo.

 

Ultimo aggiornamento: Tue Nov 29 11:55:21 CET 2016
Data creazione: Tue Nov 29 11:49:47 CET 2016

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