A5405. Nedo Fiano

Mon Sep 26 09:29:34 CEST 2016 - di Aurelio Citelli

A5405 era la matricola di prigioniero ad Auschwitz di Nedo Fiano. Un numero che Nedo porta ancora oggi sul braccio.
Attraverso il racconto di Fiano, fotografie di repertorio della sua famiglia e la ripresa di momenti di testimonianza nelle scuole, il video rievoca la vicenda di Nedo, dalla discriminazione delle leggi razziali del 1938 alla deportazione ad Auschwitz, dalla liberazione nel campo di Buchenwald alla ricostruzione di una vita ricca di impegni, dalla laurea alla Bocconi al lavoro come consulente a Milano, all’attività di scrittore fino alla fondamentale figura di testimone soprattutto nei confronti degli studenti.
Il racconto inizia rievocando la promulgazione delle leggi razziali: “Mai avremmo pensato che saremmo stati condannati perché professavamo una religione diversa dagli altri. Questo fu l’inizio nel novembre del 1938 della tragedia nostra e degli altri quarantamila ebrei residenti in Italia”. Nedo Fiano riguarda le fotografie della madre Nella, del padre Olderigo, del fratello Enzo con la moglie e il piccolo Sergio, della nonna, degli zii con i due figli. Tutti deportati ad Auschwitz e finiti nei forni crematori. Fiano si commuove quando ricorda l’ultimo abbraccio alla madre, sulla banchina di Auschwitz all’arrivo del treno il 23 maggio 1944: “A un certo punto un grido: “Uomini a sinistra e donne a destra” e la mamma mi ha detto: “Nedo abbracciami, non ci vedremo mai più”. Sento ancora il mio volto che scivola sul suo, bagnato di lacrime. E poi ci hanno diviso e la mamma è stata destinata al crematorio numero Due.”
Alla ricostruzione della figura di Fiano hanno dato il loro contributo Ferruccio De Bortoli, Rina Lattes, Moni Ovadia e Liliana Picciotto.

40 min., 2012

Scheda catalografica


 

Il video fu presentato allo Spazio Oberdan il 2 febbraio 2012 alla presenza di Nedo Fiano, della moglie Rina Lattes, dell'on. Emanuele Fiano, figlio di Nedo, del Presidente della Comunità Ebraica, Roberto Jarach, e del Presidente della Provincia di Milano Podestà, oltre all'autore Aurelio Citelli. Quest'ultimo, nel pomeriggio dello stesso giorno, rilasciò a Radio Popolare un'intervista ascoltabile a questo link:

http://blogs.radiopopolare.it/cult/tag/aurelio-citelli/


Nedo Fiano
Nedo Fiano (Firenze, 1925) è uno scrittore italiano sopravvissuto alla deportazione nazista nel campo di sterminio di Auschwitz. È stato uno dei più attivi testimoni contemporanei della Shoah.
Dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938, Fiano dovette abbandonare la scuola perché di religione ebraica. Nel 1944 venne arrestato e rinchiuso nel carcere delle Murate di Firenze. Trasferito al campo di transito di Fossoli venne poi deportato ad Auschwitz. La stessa sorte, in tempi diversi, hanno subito altri dieci membri della sua famiglia. Trasferito in altri quattro campi, l’11 aprile 1945 venne liberato dalle forze americane nel campo di Buchenwald. Nedo Fiano è l’unico superstite della sua famiglia.
Nel dopoguerra si è sposato a Firenze con Rina Lattes. Si è successivamente trasferito a Milano dove si è laureato all’Università Bocconi ed ha intrapreso la carriera di manager. Nel 1985 ha fondato uno studio di consulenza aziendale.
Nel 2003 ha pubblicato il libro A 5405. Il coraggio di vivere, nel quale ha raccontato la sua esperienza di deportato. È quotidianamente impegnato in attività di testimonianza attraverso conferenze ed incontri, in particolare con gli studenti.
È stato uno dei consulenti di Roberto Benigni nel film La vita è bella; è apparso in numerosi programmi televisivi di divulgazione ed ha preso parte a molti documentari, tra i quali Volevo solo vivere di Mimmo Calopresti, Un treno per Auschwitz di Bruno Capuana, Un giorno qualunque di Hendrick Wijmans. Nel 2008 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro, conferitogli dal Comune di Milano.


L'autore
Aurelio Citelli
(1956), ricercatore, musicista e autore di film, si dedica alla raccolta di musiche di tradizione, memorie in campo etnografico e storia orale con particolare attenzione al patrimonio di cultura immateriale dell’area lombarda e delle Quattro province. Nel 1982, insieme ad altri musicisti milanesi, ha fondato Barabàn, ensemble dedito alla valorizzazione della musica popolare dell’Italia settentrionale con il quale ha tenuto concerti e tourneé in tutta Europa e nel Nord America.
Per Medialogo - presso cui ha lavorato dal 1982 al 2019 occupandosi soprattutto della cura degli Archivi e della produzione di opere audiovisive -  ha curato la regia dei video Roberto Leydi. L'altra musica (2004), dedicato alla figura dell'etnomusicologo milanese che ha segnato la storia della musica popolare in Italia, Ballo d’Aprile. Memorie di un paese alla vigilia della Liberazione (2005) e Gaggiano. Arte storia ambiente (2016).
Sui repertori di tradizione orale e il patrimonio storico delle Quattro province ha curato la regia dei video I violinisti di Zavattarello (con G. Grasso, 2000),  Le voci dei pifferai (2004), Oltrepo. Le immagini ritrovate (2007), Mario Brignoli. Vuse ‘pasiunà (2008), Le Cento primavere di Maino (2013), I ragazzi della speranza (2017), La Piva di Rosate (2019).
Con G. Grasso è autore dei saggi a carattere etnografico (La tradizione del piffero della montagna pavese e I rituali sacri e profani dell'Oltrepo pavese (1989), del volume La tradizione violinistica nell'Oltrepo pavese (1993)), e dei CD Canti e musiche popolari dell'Appennino pavese (2000), Eva Tagliani. La voce della mascherate (2000). Con Grasso, A. Rovelli e M. Savini è autore del volume con DVD Int u segnu. Guaritori popolari e pratiche magiche nelle Quattro province (2014). Con G. Grasso è autore del volume + DVD La Piva natalizia tra Milano e il Ticino (2019).



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