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Osvaldo Cavandoli. Un artigiano dell'umorismo

Fri Sep 16 08:46:29 CEST 2016 - di Daniela Trastulli

Capita in alcuni pomeriggi di sole che l'ombra dell'antenna della Rai arrivi a lambire via Prina come una meridiana. La linea d'ombra va a segnare la strada dove un autore geniale ha creato un'altra linea, che, proiettata su uno schermo, si muove a tracciare i contorni di personaggi e situazioni raccontando storie intriganti e curiose. L'autore si chiama Osvaldo Cavandoli (Toscolano-Maderno, 1920  –  Milano,  2007), e il video firmato da Daniela Trastulli lo racconta in un'intervista che è un po' la storia del cinema d'animazione italiano dagli anni Quaranta ai nostri giorni. Il disegno e la manualità sono le sue grandi doti e le sue risorse. Dal 1936 al 1940 è disegnatore tecnico dell'Alfa Romeo. Sopravvive alla guerra collaborando con una cartoleria in Galleria, ma il pane buono per i suoi denti lo trova lavorando con Nino e Toni Pagot a "I fratelli Dinamite", lungometraggio che merita una riscoperta per la modernità, le stravaganze e l'intelligenza surreale, e che, come è accaduto alla quasi totalità del cinema d'animazione italiano, resta per il pubblico un oggetto misterioso.
Cavandoli ha avuto invece una "sfortuna" diversa. Critici e pubblico hanno apprezzato l'originalità e la duttilità della linea, ammirato la comicità diretta del personaggio, nel quale sono riconoscibili le qualità e i difetti tipici di ogni essere umano, e i suoi contrasti con la mano che lo disegna e lo cancella imponendogli trabocchetti fatali. Nella realtà, per la linea e il suo autore, fatale è stato Carosello. Prima c'era stata una laboriosa stupenda parentesi nel campo del cinema a pupazzi pubblicitario. E qui che emerge in piena luce la poliedrica abilità dell'autore: il video mostra la cura con cui sono rielaborati Pinocchio, Geppetto, Cappuccetto Rosso, il lupo, e, accanto ai protagonisti delle favole, i personaggi tipici del western, in un universo lillipuziano di pupazzi carichi di espressività e animati con straordinaria maestria: piombo e gommapiuma per fare qualcosa di diverso. (Massimo Maisetti).

27 min. , 2000

Scheda catalografica




Osvaldo Cavandoli nasce il primo gennaio 1920 a Toscolano-Maderno, sul lago di Garda. Pochi anni dopo la famiglia si trasferisce a Milano. Frequenta un istituto tecnico professionale e nel 1938 viene assunto come disegnatore tecnico all'Alfa Romeo e poi alla CEMSA di Saronno. Durante la guerra propone le sue vignette sullo stile di vita del periodo bellico e nel 1944, rispondendo a un'inserzione sul giornale, entra nella squadra della Pagot Film. Qui avviene la sua formazione di animatore e collabora alla realizzazione del film Lalla, piccola Lalla e del primo lungometraggio italiano a disegni animati, I fratelli Dinamite. Ormai consolidato il suo amore per il cinema di animazione, negli anni cinquanta si mette in proprio con l'amico d'infanzia Ugo Moroni e crea Pupilandia, azienda di produzione artigianale di film a pupazzi animati. Gira tra il 1950 e il 1957 una quindicina di film per la pubblicità cinematografica, tra i quali Pinocchio, Laggiù nel Far West, La piccola guerra e Il nuovo Cappuccetto Rosso e si occupa, insieme all'amico Ugo Moroni (in arte Ugo Gelsi), di ogni aspetto della realizzazione: dalla creazione del pupazzo alle migliorie tecniche alla macchina da presa.

Nel novembre 1968 disegna il primo storyboard con un personaggio chiamato in un primo momento Mr. Mark. Propone il suo lavoro per Carosello, il contenitore pubblicitario della Rai in onda dal 1957 al 1977. Massimo Lagostina, titolare dell'omonima fabbrica di pentole, sceglie come protagonista della sua campagna pubblicitaria l'originale personaggio che nasce e vive in un unico tratto bianco, che diventerà il protagonista de La Linea.
Cavandoli realizza 35 film pubblicitari de La Linea Lagostina della durata di 2' 30", sulla musica Io cerco la Titina di Charles Chaplin e doppiati da Carlo Bonomi, il quale presta la propria voce al personaggio nel caratteristico grammelot dall'accento milanese che lo caratterizza. L'essenzialità del tratto, l'originalità del personaggio e il carattere un po' brontolone segnano il successo mondiale della Linea e la sua ascesa nell'Olimpo dei personaggi animati.
Nel 1975 le strisce de La Linea vengono pubblicate anche su Il Giornalino. Mentre nel 1977 il cineasta realizza la prima serie slegata dalla pubblicità de La Linea, ma negli anni successivi il suo personaggio inizia a sparire dalle reti televisive italiane, ottenendo al contrario grandi successi in tutti gli altri paesi europei.
Dal 1980 Osvaldo si unisce professionalmente all'agenzia di disegnatori Quipos e al suo fondatore Marcelo Ravoni, nominato Eroe del Fumetto a Cartoomics 2007, con un legame di profonda stima e amicizia.
Nel 1982 collabora con Altan curando la regia di 26 episodi per la serie La Pimpa. Negli anni successivi Cavandoli illustra il libro di epigrammi Storielline molari di Mario Monteverdi. Esce poi il volume La Linea Superstar e nel 1992 la casa editrice Sperling & Kupfer pubblica Il golf è una cosa seria, in cui La Linea illustra il regolamento del gioco, e Versi e versacci, raccolta di vignette satiriche su brani letterari. Le pubblicazioni con le illustrazioni della Linea si susseguono innumerevoli, fino alle più recenti della casa editrice Gallucci.
Nel 1998, su invito di Carlo Squillante aderisce all'ANU, l'Associazione Nazionale Umoristi, partecipando a otto edizioni del FestiValtravaglia dell'Arte Leggera di Porto Valtravaglia, sul Lago Maggiore, e al Bestiario di Leonardo da Vinci presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano (2000), il Festival dell'Umorismo della Riviera del Garda e Humour a Gallarate.
Muore a Milano il 3 marzo 2007.


L'autrice
Daniela Trastulli
è docente di videogiornalismo e scrittura per il documentario presso la Scuola di Cinema Televisione e Nuovi Media del Politecnico delle arti di Milano.
E' una pioniera dei festival italiani della regia femminile, organizzatrice delle prime edizioni degli Incontri internazionali di cinema a Firenze, autrice di due fra i primi studi italiani sulla regia femminile.
Dopo aver svolto attività giornalistica, negli ultimi anni ha realizzato una serie di documentari (“Il giardino incantato", 1992, terzo premio al Videoland di Cesena; “Gli uomini e le macchine. Viaggio nell'archeologia industriale", 2001, Primo premio a Videoland di Cesena) e, per “Gente di Milano”, i ritratti di figure come Roberto Denti, di un altro maestro dell’animazione come Bruno Bozzetto, e del compositore Luciano Chailly.

 



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