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La prevenzione della violenza infantile protagonista in un convegno a Palazzo Isimbardi

Thu Oct 24 11:44:00 CEST 2024 - Nel cortile d'onore una mostra immersiva davvero coinvolgente

Dipendecomemiabbracci

“Dipende da come mi abbracci”: un viaggio alla scoperta dei primi tre anni di vita di un bambino per prevenire la  violenza infantile e il disagio familiare protagonista a Palazzo Isimbardi, giovedì 24 ottobre. Il titolo è tratto da  un verso della "Filastrocca del bambino futuro" di Tognolini.

Sotto i riflettori i risultati del progetto  “Dipende da come mi abbracci”, durato 3 anni, e svolto in collaborazione con numerosi partner (Anteo Cooperativa Sociale Onlus; Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Monza; Cesvi Fondazione Onlus; Codici cooperativa sociale, Comune di Locate di Triulzi, Comune di Milano, Comune di Pieve Emanuele, Comune di Varese, Lo Scrigno Società Cooperativa Sociale Onlus, Mela Communication s.r.l., Proges Cooperativa Sociale a r.l.). L'obiettivo del progetto era promuovere la prevenzione del fenomeno del maltrattamento infantile riducendo il ricorso all’istituzionalizzazione dell’intervento che scatta quando il maltrattamento è conclamato, attraverso  4 linee di azione: 

  1. Attività di formazione e capacity building, dotazione nuovi strumenti per leggere i fattori di rischio e intercettare precocemente i segnali di maltrattamento, fornendo una dotazione strumentale  adeguata ad intercettare i segnali ad operatori dei servizi educativi (scuola dell’infanzia e materna) e sanitari (pediatri, puericultrici, medici di base, operatori dei centri vaccinali e dei consultori); 
  2. col terzo settore, creazione di una équipe multidisciplinare (ostetriche, puericultrici, psicologi, educatori, neuropsichiatri, assistenti sociali, mediatori culturali) integrata nei consultori in grado di accogliere le famiglie e di orientarle ai diversi livelli di accompagnamento e sostegno genitoriale valorizzando i servizi già esistenti a livello territoriale; 
  3. individuazione di  strutture di prossimità (farmacie, centri vaccinali e ludoteche) e spazi di socialità non connotati come servizi ma funzionali ad intercettare i nuclei famigliari per offrire loro occasioni di confronto e sostegno.
  4. Costruzione di una rete con una forte regia per allinearsi su obiettivi condivisi. 

Altre azioni di sensibilizzazione, informazione e coinvolgimento attivo hanno riguardato la cosiddetta “comunità educante” formata dai diversi soggetti che a vario titolo si occupano di protezione dell’infanzia e di sostegno alla genitorialità.

Interessante ed attrattiva la mostra, che ha regalato ai visitatori e alle visitatrici una vera e propria esperienza immersiva attraverso pannelli tridimensionali posizionati in sequenza nello spazio del Cortile d’Onore. Ciascuno nella sua parte frontale riproduceva un contesto e integrava una storia paradigmatica, mentre nel lato posteriore illustrava un
focus tematico e la descrizione di una problematica affrontata nei seminari di formazione.

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