Giardino


Dalla Sala degli Affreschi si accede al giardino di Palazzo Isimbardi, costruito “all’italiana” con i conti Taverna e trasformato in seguito con i marchesi Isimbardi parzialmente “all’inglese”. Percorrendo i sentieri ghiaiosi incontriamo delle statue del novecento che richiamano alcune attività del territorio: da sinistra verso destra l’industria, l’irrigazione dei campi e l’agricoltura. Possiamo ammirare la facciata del Palazzo verso il giardino, rifatta dall’architetto Tazzini in stile neoclassico. Passeggiando per i vialetti si possono osservare specie floreali che risalgono all’interesse botanico degli Isimbardi nel primo Ottocento: tassi, magnolie sempreverdi e pini azzurri dell’Himalaya, oltre a faggi, ippocastani ed aceri giapponesi. Su un lato del giardino verso via Vivaio, dove ora sorge l’Ala Muzio, proseguiva anticamente il giardino e ancora oggi, in quello che ora è il parcheggio di via Vivaio, troviamo alcune piante: un gigantesco platano di oltre trenta metri ed un albero di origine cinese – un Ginkgo Biloba – che andava di moda nei giardini dell’Ottocento. Verso il muro di confine con Palazzo Diotti (sede della Prefettura e anch’esso di proprietà della Provincia di Milano) si erge la collinetta un tempo collegata da un ponticello al giardino confinante. Proprio lungo questo muro di confine due solide porte – oggi ben chiuse – consentono il passaggio fra il palazzo della Prefettura e quello della Provincia. Si racconta che il dittatore Benito Mussolini utilizzasse tali vie nascoste per concedersi brevi evasioni nei dintorni senza essere notato dal personale del palazzo governativo passando dal giardino provinciale. Sembra accertato che il convoglio con Mussolini in fuga da Milano – il 25 aprile 1945 – si mosse da Palazzo Isimbardi e fu dunque dal portone di via Vivaio, 3 che l’ex duce uscì andando incontro al suo fatale destino. Dal giardino è anche visibile la cosiddetta “torre delle sirene”, situata in un cortile tra il palazzo della Provincia e quello della Prefettura. Questa torre – reperto dell’architettura bellica della seconda guerra mondiale – doveva segnalare, appunto con l’uso delle sirene, un’incursione aerea e servire quindi da rifugio alle autorità governative dell’epoca

Ultimo aggiornamento: Fri Nov 13 09:27:03 CET 2015
Data creazione: Thu Nov 05 10:55:26 CET 2015
 
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