Dal corridoio della Presidenza e percorrendo un altro corridoio si arriva nella Sala del Plastico, così chiamata perché è possibile vedere, disposto su un grande tavolo e protetto da una teca trasparente, un modello in scala dell’antico Palazzo Isimbardi – metà in pianta e metà in sezione – nonché dell’edificio contiguo denominato “Ala Muzio” dal nome di Giovanni Muzio, l’architetto autore del progetto. Alle pareti di questa stanza sono inoltre esposte varie stampe antiche con immagini (palazzi, castelli e varie località) e mappe del territorio provinciale. In fondo alla Sala è invece visibile una deliziosa scultura di Enrico Butti, realizzata alla fine dell’Ottocento, che raffigura un fanciullo ed è intitolata “Seconda lezione”. Attraversando poi uno stretto andito dove è esposta l’opera “Madonna tra s. Carlo e S. Ambrogio”, dipinto su tavola di scuola lombarda del ‘600, si entra nella Sala Isimbardi così chiamata sia perché vi è esposta la terza grande tela che anticamente era collocata sull’antico scalone d’onore e sia perché in questa sala troviamo i busti marmorei ottocenteschi del marchese Luigi Isimbardi e della sua consorte, la marchesa Carolina Isimbardi Taverna. L’episodio – ricordato dalla terza tela – vede protagonista un altro esponente della famiglia Isimbardi – un certo Capellino – che nel 1230 negoziò la pace tra il marchese del Monferrato ed il Comune di Pavia. Ai due lati opposti della sala sono collocate due grandi opere di scuola lombarda del ‘600: “S. Francesco che riceve le stimmate” e “ Giacobbe e l’Angelo ”, entrambe provenienti dalla Villa Arconati-Pusterla di Limbiate.
Data creazione: Tue Nov 10 15:43:34 CET 2015