Il ritratto di Bruno Munari (Milano, 1907 - 1998), uno dei più importanti designers e creatori di giochi, è strutturato come un collage, un sillabario, una autobiografia "semiseria" eppure esaustiva - per quanto è possibile con una personalità così versatile - con varie testimonianze: di persone e di... oggetti. Un viaggio nell’universo Munariano alla ricerca del segreto di quell’antico ideogramma cinese (“mu”: il vuoto, il nulla) e di quella porta di cui parla un antico proverbio cinese. “ I maestri aprono l’uscio, ma devi entrare da solo”.
30 min. , 1995
Scheda catalografica
Bruno Munari (Milano, 24 ottobre 1907 – Milano, 29 settembre 1998) è stato un artista, designer e scrittore italiano. È stato "uno dei massimi protagonisti dell'arte, del design e della grafica del XX secolo", dando contributi fondamentali in diversi campi dell'espressione visiva (pittura, scultura, cinematografia, disegno industriale, grafica) e non visiva (scrittura, poesia,didattica) con una ricerca poliedrica sul tema del movimento, della luce e dello sviluppo della creatività e della fantasia nell'infanzia attraverso il gioco.
Bruno Munari è figura leonardesca tra le più importanti del novecento italiano. Assieme allo spaziale Lucio Fontana, Bruno Munari il perfettissimo domina la scena milanese degli anni cinquanta-sessanta; sono gli anni del boom economico in cui nasce la figura dell'artista operatore-visivo che diventa consulente aziendale e che contribuisce attivamente alla rinascita industriale italiana del dopoguerra.
Munari partecipa giovanissimo al futurismo, dal quale si distacca con senso di levità ed umorismo, inventando la macchina aerea(1930), primo mobile nella storia dell'arte, e le macchine inutili (1933). Nel 1948 fonda il MAC (Movimento Arte Concreta) assieme a Gillo Dorfles, Gianni Monnet e Atanasio Soldati. Questo movimento funge da coalizzatore delle istanze astrattiste italiane prospettando una sintesi delle arti, in grado di affiancare alla pittura tradizionale nuovi strumenti di comunicazione ed in grado di dimostrare agli industriali e agli artisti-artisti la possibilità di una convergenza tra arte e tecnica. Nel 1947 realizza Concavo-convesso, una delle prime installazioni nella storia dell'arte, quasi coeva, benché precedente, all'ambiente nero che Lucio Fontana presenta nel 1949 alla Galleria Naviglio di Milano.
Gli autori
Paolo Castelli, laureato al DAMS di Bologna, è tra i fondatori del Centro Studi per l'Educazione all'Immagine (1980). Nel 1989, con altri esperti europei, ha fondato l'AEEMA (Association Europeenne pour l'Education aux Medias Audiovisuelles), con sede a Bruxelles. Per la Regione Lombardia ha curato la serie di pacchetti multimediali di didattica del cinema "Arrivano i video: il linguaggio del cinema".
Organizza dal 1990, per il Comune di Busto Arsizio, la manifestazione "Cartoonia & dintorni: viaggio nel cinema di animazione".
Per Medialogo ha realizzato: "Library Runner: biblioteche e bibliotecari nell'immaginario cinematografico" (1991), "Il buio amoroso: spettatori e sale nell'immaginario cinematografico" (1994) e, con Patrizia della Porta, "Mu come Mu-nari"(1996).
Patrizia della Porta vive e lavora a Milano e New York. E' specializzata nella fotografia di architettura contemporanea e ha esposto in varie gallerie nel mondo. DAgli Anni Novanta si occupa anche di videoinstallazioni. Nel 1969 ha vinto il Parthenon Prize Photo of the World Family dell'UNESCO. Nel 1996 il suo lavoro fotografico sull'edificio progettato da Marcel Breuer che ospita il Whitney Museum of American Art di New York è stato scelto dal museo americano per creare una complessa e articolata produzione di oggetti di art-merchandising.