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Accordo e Convenzione di Schengen

Wed Mar 27 16:28:04 CET 2019 - 24 anni fa entrava in vigore il Trattato sulla libera circolazione delle persone

Il 26.3.1995 entrava in vigore l'Accordo di Schengen, firmato il 14.6.1985 dai rappresentanti di cinque Paesi della Comunità europea: il Benelux (Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo), la Germania ovest e la Francia. 

Il fine era quello di creare uno spazio comune, il cosiddetto Spazio di Schengen, tramite la progressiva eliminazione dei controlli alle frontiere comuni e di predisporre un regime di libera circolazione di tutte le persone, siano esse cittadini degli Stati firmatari o degli altri Stati membri della Comunità europea, ovvero di Paesi terzi, indipendentemente dallo svolgimento o meno di attività lavorativa in uno degli Stati parte dell'accordo.

L'accordo di Schengen fu completato successivamente con la firma, da parte degli stessi Stati, della Convenzione di Schengen del 19 giugno del 1990, entrata in vigore nel 1995. Stabilendo le condizioni di applicazione concreta, nonchè le garanzie inerenti all'attuazione della libera circolazione, la Convenzione modifica le leggi nazionali e necessariamente è soggetta all'approvazione parlamentare dei singoli Stati.

L'accordo e la convenzione, nonché le dichiarazioni e le decisioni adottate dal comitato esecutivo dello Spazio Schengen, formano insieme quello che si è convenuto di denominare l’«acquis di Schengen», che è stato integrato nel quadro normativo dell'Unione europea dal 1° maggio 1999, con l'entrata in vigore del Trattato di Amsterdam.

Nel tempo altri Paesi hanno aderito al Trattato: l'Italia nel 1990, la Spagna e il Portogallo nel 1991, la Grecia nel 1992, l'Austria nel 1995, la Svezia, la Finlandia e la Danimarca nel 1996. Anche l'Islanda e la Norvegia, pur non essendo Stati membri dell'Unione europea, fanno parte dello spazio Schengen in quanto con questi due Paesi l'UE ha firmato il 18 maggio del 1999 un accordo che li designa come "Paesi associati" e pertanto partecipano in forma limitata al processo decisionale. Successivamente hanno aderito anche altri Stati membri dell'Ue: Estonia, Repubblica ceca, Lituania, Ungheria, Lettonia, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia. In pratica, degli Stati che hanno aderito all'UE, soltanto Romania, Bulgaria e Cipro, insieme a Irlanda e Regno Unito (legati tra loro da una Common Travel Area) non fanno parte degli Accordi di Schengen. Con lo stesso status concesso all'Islanda e alla Norvegia, anche la Svizzera e il Liechtenstein partecipano all'area comune di Schengen e quindi anche per loro si applica la rimozione dei controlli d'identià alle forntiere e la cooperazione con gli altri Stati su migrazione e asilo.

Per verificare la corretta applicazione di quanto prevede l'accordo, nel gennaio del 1992, il Parlamento europeo istituisce una Commissione per le libertà pubbliche e gli affari interni, con competenze specifiche in materia di immigrazione e di diritto di asilo.

L'Italia, pur avendo aderito all'Accordo con la ratifica del 1993 (vedi Legge 30 settembre 1993 n. 388), ha ancora difficoltà nell'interpretare alcune misure e nell'adeguarle alla situazione reale dell'immigrazione extracomunitaria.

Per approfondimenti: il Codice frontiere Schengen

 

Autore : dott.ssa Ester Lucà 



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