Gibilterra e la BREXIT
Con l'approssimarsi dell'uscita del Regno Unito dall'Ue, la Spagna riporta a galla le pretese sul territorio della Rocca di Gibilterra, diventato possedimento britannico nel XVIII al termine della Guerra di successione spaganola (1700-1714). Da sempre la Spagna contesta al Regno Unito la sovranità sulla penisola, nonostante per ben due volte, con i referendum del 1967 e del 2002, i gibilterrini hanno votato contro l'annessione allo Stato iberico.
Nel corso dei lunghi negoziati iniziati con la premier inglese, Theresa May, la diplomazia spagnola ha ottenuto che qualunque accordo tra Londra e Bruxelles sulla futura partnership post-Brexit che riguardi Gibilterra dovrà avvenire previo accordo di Madrid. Al contempo Londra ha ottenuto di non porre sul tavolo delle future discussioni la sovranità della Rocca, che resta inglese e che sarà ufficialmente rappresentata dal Ministro Principale del territorio britannico d'oltremare, Fabian Picardo, il quale proprio oggi ha dichiarato che Gibilterra potrebbe restare nell'area Schengen, dopo l'uscita del Regno Unito, per facilitare la libera circolazione delle persone e dei beni attraverso il confine con la Spagna. Tuttavia, il governo spagnolo considera Londra l'unico interlocutore per quanto riguarda gli affari di Gibilterra, rifiutando ogni negoziato, anche tripartito, con le autorità della Rocca. La Spagna ha proposto come unica soluzione per far rimanere la Rocca nell'Unione europea, anche dopo la Brexit, che il Regno Unito stabilisca una "sovranità condivisa con la Spagna" su Gibilterra.
Autore: dott.ssa Ester Lucà
