Atlante Lavoro: gli andamenti occupazionali nel 2022

Avviamenti al lavoro, ovvero assunzioni di lavoratori da parte delle imprese (private e pubbliche) con contratti più o meno stabili e duraturi, ma comunque regolari: nel 2022  il mercato del lavoro milanese ha attestato una volontà di ripresa netta, nonostante mortificanti difficoltà (caro energetico e materiali) e orizzonti foschi (guerra e inflazione).

E' quanto emerge dall’elaborazione dei dati aggiornati a fine dicembre restituita da “ATLANTE LAVORO”, il “cruscotto” web dell’Osservatorio Mercato del Lavoro che offre con scansione settimanale un quadro statistico degli andamenti occupazionali che interessano il territorio, numero di avviamenti, dei lavoratori avviati, dei datori di lavoro, coi trend per settore di impiego contrattuale ed economico e per genere.  

Il trend di recupero rispetto al 2021 – secondo terribile anno di pandemia, quantunque rischiarato dall’arrivo dei vaccini – è evidente nella tabella dei dati di sintesi, ma ancor più nel grafico  dell'andamento degli avviamenti mese per mese che riportiamo qui sotto.

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Tutti positivi i quattro indici di riferimento, ma con percentuali di incremento molto differenti, dalla cui discrepanza derivano chiavi di lettura di come va evolvendo o trova conferma il quadro occupazionale.

Il numero degli avviamenti (assunzioni) è passato da 753.755 a 932.885 con un aumento di quasi il 24%. La colonnina arancione (2022) svetta costantemente sopra quella blu del 2021 in tutti i mesi dell’anno, anche in quelli immediatamente successivi allo scoppio del conflitto in Ucraina quando i prezzi del gas, peraltro già alle stelle, minacciavano di decuplicarsi entro l’autunno. Ma anche in settembre, con il rientro dalle ferie estive che in Italia è una cartina di tornasole dell’economia, la ripresa dell’occupazione (ricominciata fin dal marzo 2021), o quantomeno la resilienza delle imprese milanesi, si conferma. Solo a dicembre le colonnine si pareggiano in altezza, ma è la consueta contrazione di fine anno, simile a quella ferragostana.

Il numero dei lavoratori avviati è passato da 456.348 a 532.288 avviati, con un incremento del 17% che è molto meno del +24% degli avviamenti: significa che uno stesso lavoratore può avere   iniziato due diversi rapporti di lavoro, nel contempo (part time) o successivamente (con licenziamento alla scadenza del periodo e riassunzione anche da parte dello stesso datore di lavoro), probabilmente retribuiti con contratti atipici, il che definisce la sua condizione precaria rispetto a chi ha firmato contratti a tempo indeterminato con un unico datore di lavoro.

Ma questa considerazione va precisata alla luce del grafico (qui il link al grafico 3 riprodotto qui sotto) che disegna la curva dei lavoratori avviati. La linea è in costante crescita, fino al top toccato nel novembre 2022 (con 70.038 avviati).

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Il grafico 4  qui sotto riguarda gli avviamenti distinti per contratto di lavoro. Quelli a tempo indeterminato avevano registrato una tenace ripresa durante il 2021, ma nel 2022 si sono mantenuti pressoché su una linea costante, con punte massime nei mesi di marzo (21.845) e novembre (22.304). Diverso il discorso per i contratti a tempo determinato: l’ascesa iniziata da fine febbraio 2021 non si è mai interrotta e costituiscono oltre i due terzi del totale degli avviamenti. L’acme si è registrato nel novembre 2022, con 67.103 contratti a tempo determinato contro i già citati 22.304 indeterminati nello stesso mese.

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Il filo del discorso trova seguito e conferma nel numero degli avviamenti brevi (con durata del rapporto particolarmente corta). Nell’arco del 2022 sono saliti   da 155.794 a 221.973 (+ 42%) ed è un trend in costante crescita fin dal giugno 2020 e che fino al marzo 2022 aveva più o meno ricalcato quella del numero dei datori di lavoro con avviamenti (vedi sempre il grafico 3 sopra).

I datori di lavoro attivi, ovvero che lo scorso anno hanno assunto personale, sono stati solo l’8% in più di quelli dell’anno precedente: nel 2021 erano 87.738, nel 2022 94.480. Questo suona da campanello di allarme, tanto più per l’economia milanese che ha un sedime produttivo costituito per il 92% da piccole medie imprese (con meno di 10 dipendenti). La crescita dei datori di lavoro attivi a significa una crescita quanto meno auspicata del lavoro. Il piccolo imprenditore inoltre è più incline (rispetto alla grande azienda) a siglare contratti a tempo pieno e indeterminato o di apprendistato. Il che significa meno precarietà diffusa e più stabilità.

Ma veniamo all’analisi del trend degli avviamenti in alcuni settori tipici dell’economia metropolitana milanese.

Per i lavoratori del settore “servizi di ristorazione” (grafico 5.1) e del settore commercio al dettaglio (grafico 5.5) le curve degli indici avviamenti, avviati e avviamenti brevi sono sostanzialmente parallele, il che significa lavoratori riassunti periodicamente, ma certo non con la stessa frequenza che risulta per i lavoratori del settore “alloggio” (grafico 5.2). In questo caso, giusto per ragionare sui numeri, vediamo il mese di novembre 2022: ci sono stati 1.582 lavoratori per i quali ci sono stati 6.146 avviamenti (quattro volte tanto) di cui infatti ben 5.283 con contratto a brevissimo tempo.

Altro settore peculiare di Milano e hinterland, quello della produzione cinematografica, di video e programmi televisivi e registrazioni musicali e sonore (grafico grafico 5.3) e quello della programma e trasmissione televisiva grafico 5.4. In entrambi i casi i datori di lavoro attivi (case di produzione e emittenti televisive) sono assolutamente pochi e costanti, gli avviamenti sono   ripresi a razzo molto presto, nel giugno 2020, finito il lockdown, e il loro numero ha continuato a crescere. Si tratta però, soprattutto per quanto riguarda il mondo della produzione, di avviamenti brevi.

Di contro, diamo uno sguardo ad altri settori dove invece il contratto indeterminato impera e la curva degli avviamenti coincide con quella degli avviati. Qui possiamo soprattutto apprezzare il trend, che tranne che per alcune eccezioni è sostanzialmente di crescita costante. Succede certamente nell’edilizia grazie al superbonus (grafico 5.8), ma anche nell’industria manifatturiera (grafico 5.11), seppure con numeri assoluti non proprio di rilievo.

La produzione chimica (grafico 5.6) è cresciuta fino al giugno 2021, poi ha iniziato una china discendente che si è invertita giusto lo scorso novembre per bloccarsi poi a Natale. Maggiori oscillazioni per il settore farmaceutico (grafico 5.7), mentre la logistica intesa come magazzino e trasporto merci, pur cubando migliaia di avviamenti) sembra aver accusato un 2022 (grafico 5.10) di contrazione.

Nel complesso però il 2022 all’insegna della occupazione offre un quadro positivo, che lascia ben sperare per il futuro.

A riprova gettiamo l’occhio al settore (grafico 5.12) della attività di ricerca, selezione, fornitura di personale, vale a dire alle agenzie interinali che intercettano per le aziende la forza lavoro. Il grafico mostra chiaramente che queste agenzie stanno investendo in personale per se stesse, segno che anche la loro clientela ha bisogno costante di assumere. E non è una novità che spesso l’'offerta di lavoro resta senza candidati.

Ultimo aggiornamento: Tue Mar 14 11:33:42 CET 2023
Data creazione: Tue Mar 14 10:28:46 CET 2023