La Scala nel primo ottocento

“Nel periodo che corre tra il 1821 ed il 1830, per opera diretta e per ideazione o ispirazione di Alessandro Sanquirico, architetto e scenografo, la grande sala del Piermarini subì consistenti rinnovamenti, tanto che fu cambiato lo stile e l’aspetto di tutta la sala, anche nell’illuminazione, che i era basata dapprima sull’uso di candele e poi di lampade ad olio.

Il 26 dicembre 1821 venne inaugurata la grande lumiera pendente dalla volta, comprendente 84 lampade ad olio, disegnata dal Sanquirico. Inoltre furono, per sue iniziativa, completamente rifatte la pittura della grande volta sopra la platea e la cornice d’imposta attorno alla stessa volta; vennero sostituite le decorazioni dipinte sui parapetti dei palchi con altre in forte rilievo a medaglioni, grifi , candelabri e palmette dorate; inoltre venne totalmente cambiato l’aspetto architettonico del proscenio, demolendo le volute del Piermarini, che sorreggevano il soffitto, sostituendole con le grandi mensole, in stile corinzio, sorrette dai sottostanti mascheroni.

Totale fu anche la riforma del boccascena, dal quale furono tolti i panneggiamenti fissi e mobili di tela dipinta ed i festoni di alloro, che fu totalmente rifatto a cassettoni quadrati. A tale radicale riforma non poté sottrarsi il gran palco centrale della Corona, che il Sinuirico rinnovò nell’addobbo e nella parte strutturale, sostituendo ai pilastri e alle cariatidi del Piermarini colonne dorate e statue femminee”.

Luigi Lorenzo Sechi, da “L’edificio della Scala”, saggio pubblicato ne “La Scala vita di un Teatro”, Milano 1981 

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Ultimo aggiornamento: Tue Jul 11 11:43:27 CEST 2017
Data creazione: Tue Jul 04 16:04:13 CEST 2017