Licenze d'uso

Il Regolamento regionale n. 2 del 24 marzo 2006 all’art. 22 comma 5 (Licenza d’uso) definisce e disciplina la licenza d’uso delle acque sotterranee reperite mediante la perforazione di pozzi.

La licenza d’uso può essere rilasciata nel seguente caso: perforazione finalizzata ad un uso temporaneo, non superiore ad un anno, delle acque rinvenute.

Il procedimento autorizzativo è regolato dalle disposizioni di cui all’articolo 5, comma 2, del Regolamento Regionale n. 2 del 24/03/2006; l’utilizzo delle acque è subordinato al rilascio della licenza d’uso secondo quanto previsto all’art. 32 del suddetto Regolamento.

La licenza d’uso così rilasciata è soggetta al pagamento di un canone annuo calcolato in funzione dell’uso e della portata di prelievo.

Prima della realizzazione del pozzo/i dovranno essere comunque richieste, direttamente dal titolare, tutte le necessarie autorizzazioni edilizie e paesaggistico ambientali che andranno allegate al modulo d’inizio lavori.

Ai sensi dell’art. 33 del R.R. n. 2 del 24 marzo 2006 anche nei casi d’uso temporaneo dell’acqua rinvenuta si devono installare idonei dispositivi per la misurazione delle portate e dei volumi d’acqua derivati e trasmettere alla provincia competente la denuncia annuale delle misurazioni delle portate e dei volumi d’acqua derivati entro il 31 marzo dell’anno in corso per l’anno precedente.

Decorsi i termini della licenza, ai sensi dell’art. 39 del R.R. n. 2 del 24/03/2006, il titolare della licenza dovrà provvedere alla chiusura del pozzo e al ripristino dei luoghi, a tale scopo si dovrà inoltrare contestualmente alla domanda anche il progetto di chiusura del pozzo.

Le richieste di licenze d'uso dovranno essere presentate utilizzando la piattaforma "INLINEA" della Città metropolitana di Milano.

Documentazione da allegare alla domanda:

1. relazione tecnica (firmata da un tecnico abilitato) contenente:

- motivazione della richiesta descrivendo in modo approfondito l’utilizzo dell’acqua;

- valutazione relativa alla possibilità di utilizzo di fonti alternative (acquedotto/consorzi d’irrigazione/acquedotto industriale ecc);

- quantità d’acqua che si intende prelevare media e massima in l/s e i relativi volumi annui di prelievo in metri cubi;

- periodo di prelievo (non superiore ad un anno);

- relazione tecnica generale con indicazione:

- metodo di escavazione utilizzato, con specifica del tipo di fluido utilizzato in caso di tecniche a circolazione;

- diametri di perforazione con specifica delle profondità di riduzione dei diametri ;

- tubazioni definitive: spessore e materiali (zincate, bitumate, PVC ecc.);

- filtri: posizione (da m a m da p.c.), tipologia e luce prevista;

- dreno: natura petrografica e definizione granulometrica in rapporto a luce dei filtri e granulometria dell'acquifero;

- cementazioni: posizione, materiale adottato, finalità e modalità di messa in opera;

- caratteristiche delle pompe installate (casa costruttrice, tipo, potenza, profondità di installazione, prevalenza di esercizio, portata di esercizio, come da schede fomite dalla ditta costruttrice da allegare);

- accessori idraulici e strumentazione di controllo previsti (misuratore di portata; tubo piezometrico; contatore volumetrico);

- livello statico, livello dinamico stabile (metri dal piano campagna);

- Tavola con schema costruttivo del pozzo;

- stratigrafia di massima presunta con l’indicazione del livello di falda (livello statico);

- progetto della cameretta avampozzo, se prevista (schemi con pianta e sezione - Tavola in scala adeguata) e possibilmente fuori terra;

- coordinate Gauss - Boaga del punto di presa;

- CTR 1:10.000 e planimetria catastale 1:2.000 con l’individuazione del punto di presa e del mappale;

- elenco dei mappali in cui verrà utilizzata l’acqua attinta;

- elaborato grafico esplicativo dell’impianto, dal prelievo allo scarico;

- modalità e punto di restituzione delle acque.

- documentazione fotografica del luogo dove verrà realizzato il pozzo.

2. dichiarazione, formulata come autocertificazione ai sensi dell’Art. 47 D.P.R. n. 445, 28 dicembre 2000, sottoscritta dal Richiedente/Legale Rappresentante della società, che “non sussista l’effettiva possibilità di soddisfare il fabbisogno idrico per l'uso richiesto attraverso contigue reti idriche, civili o industriali o irrigue, destinate all'approvvigionamento per lo stesso uso” – art. 17 del RR n. 02/06;

3. dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà relativo all'attuale proprietà del mappale interessato oppure liberatoria o convenzione con il proprietari del terreno qualora quest'ultimo non fosse di proprietà del richiedente;

4. fotocopia di un documento identificativo in corso di validità del legale rappresentante;

5. ricevuta del versamento degli oneri istruttori.

Si ricorda che è necessario verificare, direttamente con il Comune territorialmente interessato, la necessità o meno del titolo edilizio per la realizzazione delle opere connesse alla derivazione (cameretta avampozzo, posa tubazioni ecc.). Se fosse richiesto, i lavori per la realizzazione del pozzo potranno iniziare solo dopo l’acquisizione del suddetto titolo.

 

Ultimo aggiornamento: Fri Jan 17 13:39:46 CET 2020
Data creazione: Thu Oct 31 14:47:18 CET 2019

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